292Section III.D. C. Gini. (14)—P- Mantegazza. /giene delVamore. Milano, Brigola, 1879. Pagg. 266-267. 15. Sta qui un danno indiretto delPallattamento artiñciale. Certa- mente piü grave é il danno diretto che esso produce innalzando fortemente la mortalitá infantile. Le ricerche in proposito risalgono al Villermé e si fecero in questi ultimi anni piü accurate ed estese per opera del Silbergleit, dello Sterneberg, del Methorst, dell’Huber. A Berlino, in un lavoro compiuto nel 1905, il Silbergleit trovava tra i bambini allattati al seno una mortalitá nel primo anno di vita del 5.7% che saliva al 23.4.% tra i nutriti con latte di vacca. A Nimega, lo Sterne berg trovó una mortalitá del 5.3% tra i bambini allattati al seno e del 35-5% tra gli altri. AlFAja, la mortalitá, per i nati del 1908, risultó del 3.44% tra i bambini allattati al seno per almeno 8 settimane e dell’ 11.86% per quelli nutriti artificialmente. In Francia, tra i bambini dati a balia nel 1907, la mortalitá nel primo anno di vita risultó del 33% tra quelli nutriti al seno e del 50% tra gli altri; ma probabilmente, come osserva rHuber, la differenza é in realtá piü forte di quanto da queste cifre non appaia, perché alcuni bambini inscritti come nutriti al seno devono ricevere talvolta, almeno in via accessoria, un’altra alimentazione. Resta pero impossibile decidere quanta parte di queste differenze sia dovuta al diverso sistema di nutrimento di per sé e quanta invece a diffe­ renze concomitanti nella robustezza dei neonati, nella cura posta nel loro allevamento, nella frequenza con cui vengono dati a balia, e forse in altre circostanze. (a) E’forza spesso ricorrere airallattamento artiñciale quando la madre é afflitta da malattie trasmissibili o quando l’allattamento ne com- prometterebbe la salute o quando la quantitá del suo latte é scarsa o la qualitá non é soddisfacente: sono tutte queste circostanze che sempre o spesso si accompagnano con una debolezza costituzionale della madre, la quale in un certo grado si trasmette all’organismo del neonato; perció, se i bimbi allattati al seno fossero nutriti artificialmente, sarebbe da attendersi che essi mostrassero una mortalitá minore di quella che risulta per i bambini nel fatto nutriti artificialmente. (b) Quando il nutrimento artificiale non é imposto da tali circostanze, esso viene adottato per ignoranza o per trascura- tezza o per poco affetto dei genitori; ed é natúrale che genitori ignoranti o trascurati o poco affezzionati ai figli si prendano in ogni contingenza minor cura del loro allevamento e meno li preservino dai pericoli, che indi- pendentemente dal sistema di nutrimento, insidiano le loro fragili vite, (c) I bambini dati a balia vengono, almeno in Francia, nutriti artificialmente piü spesso di quelli allevati dalla madre. Nel 1907, su 90,000 bambini dati a balia, in Francia, solo 25,000 venivano allattati al seno; questi fornivano 1850 morti nel I. anno di vita sopra un totale di 7,950; mentre a Parigi, nel quinquennio 1905-909, fra tutti i bambini morti al di sotto di un anno, 10,780 erano allattati al seno e 14,684 nutriti in modo diverso. D’altra parte, i bambini dati a balia sono evidentemente meno curati e quindi piü