V. G. Ruggeri.Biology and Eugenics.31
33% di queste medesime famiglie presentava consanguineitá dei genitori,
onde si spiega che il carattere latente, cioé ¡’albinismo, derivava ad essi da
un comune antenato; e cosi é probabile in molti altri casi, se si considera
che ció potrebbe avvenire anche fra cugini di un grado remotissimo, i quail i
naturalmente ignorano la loro parentela.
La qualitá recessiva delPalbinismo e il suo comportamento mendeliano
sembrano quindi ben stabiliti, nonostante le critiche matematiche del
Pearson, le quali tralasciamo, avendo ad esse risposto gli stessi Davenport.
Senza volere entrare in particolari, merita tuttavia speciale menzione una
famiglia di mulatti della Luisiana con albinismo parziale ereditario, stata
studiata in Italia dal Frassetto e dal Levi(i). L’albero genealógico mostra
diverse generazioni, ciascuna delle quali presentava uno dei genitori albino.
Ma una di queste generazioni é particolármente interessante per il grande
numero di figli che si ebbe da única coppia, cioé 15 dei quali 8 a'lbini:
la percentuale dell’albinismo é vicinissima al 50%, com’era previsto della
teoria, ammesso che il genitore normalmente pigmentato abbia avuto il
carattere albino recessivo, secondo la formula (d r x r r), in cui d — domi
nante, r = recessivo o remissivo. Nella generazione successiva i discendenti
sono ancora scarsi (e anche il loro numero é diverso secondo i due autori), e
il loro comportamente indurrebbe—se non fosse troppo presto—a negare
che si verifichi la regola di Mendel.
Invece, se il genitore normalmente pigmentato non ha recessivo il carattere
dell’albinismo, il comportamento é diverso; cioé, alia prima generazione
nessuno dei figli deve presentare l’albinismo palese. II caso di Farabee(2)
é bellissimo in proposito. Un albino negro sposato a una negra ebbe tre
figli normalmente pigmentati. Ma l’albinismo latente si manifestó alia
seconda generazione, esattamente come abbiamo visto per i topi albini.
Poiché uno dei tre figli ebbe da due negre 15 figli, dei quali 4 albini, il che
corrisponde precisamente alia divisione dei determinanti, restando il
carattere recessivo isolato (e quindi palese) ogni 4 figli. II comportamento
dimostra che anche alia seconda generazione il carattere dell’albinismo era
(recessivo) soltanto in uno dei genitori; altrimenti si sarebbe avuta la pro-
porzione del 50% come nel caso Frassetto—Levi. Evidentemente famiglie
con pochi figli sono molto meno dimostrative.
Per regola generale, quando una generazione viene saltata, come nel caso
riferito, vuol dire che il carattere é recessivo. Sembrerebbe che anche il
(1) E. Levi, Albinismo -parziale eredo-famigliare in Negri della Luisia?ia. Arch,
per l’Antrop. e l’Etnol XXXIX. (1909), fase. 1; F. Frassetto, Casi di albinismo
■parziale ereditario nella famiglia Anderson della Luisiana. Atti Soc. Rom. di
Antrop. XV. (1910), fase. 2.
(2) W. C. Farabee, Notes on a Negro Albinism. Science, New Series, XVII.
(i9°3)j Jan.-June.