V. G. Ruggeri.Biology and Eugenics.37
nè i topi del Cuénot e del Darbishire sono appartenenti a specie diverse, e
tanto meno a specie assegnate a generi distínti. Non vi è che qualche poli-
genista delPUomo, il quâle parla con disinvoltura non invidiabile di ibridi
fra specie e di ibridi bigeneri (nell’uomo !) ; mentre oramai da tutti i biologi
la parola “ ibridi ” si adopera, nel maggior numero e quasi nella totalitá
dei casi, al posto dell’antico vocabolo “ meticci ” e per indicare incroci fra
varietà, il che ai poligenisti non fa altrettanto comodo. E’un processo
di riduzione délia scienza ad usum delfhini, dove le eccezioni sono cercate
col lanternino e gonfiate smisuratamente, metiendo nell’ombra la regola
generale. Presumono di trattare “il mammifero umano” alia stregua degli
altri mammiferi e quasi reclamano con fiato sprecato una “ privativa ” di
tale concetto, e in quali mani sia capitato il povero mammifero si vede dallo
strazio che ne fanno galoppando a briglia sciolta.
Non occorre dire che per noi ha molto maggior peso la legge che ci viene
data da un vero zoologo :
“ Le vrai hybridisme ne peut être considéré comme un des facteurs
“de la formation de nouvelles espèces ; car les espèces actuelles sont
“ précisément caractérisées par l’impossibilité de leur croisement, ou du
“moins, par l’infécondité de leurs hybrides, dépendant de la con-
“ stitution différente de leurs gamètes ”(i).
Siamo ben persuasi che 1’antropología va messa sulla via maestra délia
zoologia : infatti non abbiamo mai pensato che l’Uomo sia un essere a
parte; quindi cio non ci porta nessun scompiglio, e sopratutto non ci
obliga a riprendere, correggere o completare il nuovo caos che si
vorrebbe introdurre nella nostra scienza, il quale non è suscettibile di alcun
miglioramento, ma soltanto di demolizione. L’indirizzo zoologico non ci
puô obbligare a credere che il brachicefalo alpino sia un ibrido bigenere
(Sergi). Oltre l’eredità mendeliana e la fusione si puô avere anche il cosidetto
mosaico, che probabilmente è da interpretare come qualche cosa di inter
medio fra le due, cioè una fusione incompleta : tutti e tre questi casi si
hanno negl’incroci fra Negrito e Europei. Ma è sopratutto sulle cosidette
leggi di dominanza che ho voluto richiamare l’attenzione, per la Toro grande
importanza. Infatti, non è azzardato prevedere che, queste leggi di domi
nanza, quando saranno note per tutti i caratteri e per tutte le razze umane,
ci daranno quajlche base positiva (da aggiungere agli altri dati) anche
per induzioni filogenetiche. Abbiamo visto sin da principio che i caratteri
dominanti, quali si manifestano incrociando topi di diverse razze, sono
quasi tutti, tranne uno, gli stessi caratteri che presenta la forma ancestrale
(i) E. Giglio-Tos, Les -problèmes de la vie. Part IV. La variation et Vorigine
des espèces. Cagliari, 1910, p. 214.